Un femminicidio in meno
Ancora una tragedia sul lavoro, l’ennesima, i giornali ne danno notizia di nomi, cognomi, se erano sposati o meno, ma nessun cenno che erano tutti uomini, cose che sappiamo benissimo noi che mastichiamo certi argomenti, cioè che gli uomini sono sacrificabili, soprattutto se sono operai a reddito non certo elevato, per dire se muore un Berlusconi ci sono le donne che piangono anche se non lo conoscevano di persone, per un operaio piangono solo i familiari, ovviamente qui non si parla di patriarcato, ma tra un mese, al raduno degli alpini che ci sarà qui a Vicenza, un alpino brillo fischia ad una ragazza urge che ci sono gli uomini da rieducare e il sempre verde patriarcato verrà di nuovo alla luce
Ritornando sulla vita degli operai, c’era uno che si era sposato da poco tempo con tanto di foto su facebook , ovviamente cosa più che normale, ma io faccio sempre i miei ragionamenti contorti
Una coppia che si sposa per le femministe è una condanna a morte per le donne, seguendo una loro logica uomo colpevole e donna vittima, il matrimonio finisce nella conseguenza del femminicidio
In questo caso l’operaio deceduto non ha fatto in tempo e quindi la sua sposa è salva da una morte certa ,praticamente per le femministe funziona come il detto “uomo morto non stupra”….
Caro Mauro,
non sono un operaio, ma sto a contatto con i suddetti tutti i giorni, per cui posso dire che la vita degli operai è molto spesso una vita di M.
Il bello è che le caccole che infestano le redazioni giornalistiche dipingono anche i suddetti come dei privilegiati.
In cosa cazzo lo siano, non si sa, ma questo è quanto.
Anche da parte dei sindacalisti non c’è mai una parola al riguardo.
Anzi.
Ma lo stesso discorso può essere fatto per le femmine in genere – femministe dichiarate o meno – che al riguardo non hanno mai niente da dire.